Palestre in franchising, il 22% degli italiani sceglie le catene per risparmiare fino al 67%

23 dicembre 2025 Redazione
Palestre in franchising, il 22% degli italiani sceglie le catene per risparmiare fino al 67%

Il costo dell’abbonamento resta oggi il principale freno all’attività fisica per una quota rilevante di italiani. Secondo una ricerca condotta da Nomisma per Reting (società di sviluppo e consulenza franchising), come pubblicato da Adnkronos, il 53% degli utenti indica il prezzo come primo criterio nella scelta della palestra, in un mercato che vale complessivamente 3,1 miliardi di euro e coinvolge oltre 5 milioni di iscritti. È in questo contesto che il modello delle palestre in franchising si sta affermando come risposta strutturale alla domanda di accessibilità economica.

Palestre in franchising: il fattore prezzo e il nuovo profilo degli utenti

Le catene di palestre in franchising intercettano oggi il 22% degli sportivi italiani, con il 67% degli utenti che percepisce le loro tariffe come più convenienti rispetto ai centri indipendenti. Il profilo dell’utente tipo è chiaro: giovani tra i 18 e i 35 anni, residenti prevalentemente nel Nord-Ovest, spesso single e con una leggera prevalenza maschile. Accanto al prezzo, pesa anche la flessibilità oraria: il 54% degli iscritti giudica superiori gli orari di apertura delle catene, elemento chiave per conciliare allenamento, studio e lavoro.

Franchising Fitness, un settore in crescita strutturale

L’ascesa del franchising nel fitness si inserisce in una dinamica più ampia. Nel 2024 il franchising italiano ha registrato un aumento del fatturato del 9,9%, raggiungendo 34 miliardi di euro, con una crescita del 7,6% dei punti vendita nel 2023 e un contributo pari all’1,8% del Pil nazionale. Numeri che, secondo Enrico Tosco, CEO di Reting, riflettono “non solo una strategia di prezzo, ma un modello di business basato su efficienza operativa, standardizzazione dei servizi e forte utilizzo della tecnologia”.

Prezzi bassi, ma la fidelizzazione passa dall’esperienza

Se il costo contenuto rappresenta la leva di ingresso, la permanenza degli iscritti dipende da altri fattori. Il 46% degli utenti indica un ambiente motivante e positivo come elemento decisivo di fidelizzazione. Restano centrali anche i programmi personalizzati, citati dal 37% degli iscritti, ambito in cui i centri indipendenti mantengono un vantaggio competitivo. Il franchising è quindi chiamato a bilanciare scalabilità ed esperienza, evitando che l’efficienza economica penalizzi la qualità percepita.

Il confronto europeo e il ruolo della tecnologia

Il contesto europeo conferma la solidità del comparto: nel 2023, dice EuropeActive, il mercato fitness ha superato i livelli pre-pandemia, raggiungendo 31,8 miliardi di euro di ricavi (+14%). Le quote associative rappresentano oltre il 52% del mercato, rafforzando modelli basati su abbonamenti ricorrenti ed economie di scala, tipiche delle catene organizzate.

Parallelamente cresce il fitness digitale: nel 2024 il settore ha toccato 59 miliardi di dollari a livello globale, con una previsione di crescita del 7% fino al 2029. In Italia, quasi 10 milioni di persone utilizzano app per salute e benessere, e il 38% le dedica a fitness e yoga (ricerca Centro Studi del Sole 24 Ore). Le palestre in franchising, grazie a maggiori capacità di investimento, risultano avvantaggiate nell’integrazione tra servizi fisici e digitali.

Scelte sempre più informate e mercato polarizzato

Il processo decisionale degli utenti sta evolvendo: il passaparola resta rilevante (43%), ma internet e recensioni online influenzano ormai un consumatore su quattro. Questo favorisce le catene, più strutturate sul fronte marketing e presenza digitale. Anche la percezione del valore segue questa direzione: il 48% degli utenti giudica superiore la dotazione di attrezzature nelle catene, mentre su pulizia e qualità dei corsi il confronto con i centri indipendenti resta aperto.

Prospettive future del fitness in franchising

Con 8 italiani su 10 che praticano almeno un’attività fisica e l’84% motivato dal desiderio di “sentirsi in forma”, la domanda appare solida e destinata a crescere. Giovani più attenti al rapporto qualità-prezzo, digitalizzazione dei servizi e attenzione diffusa al benessere indicano una traiettoria favorevole alle palestre in franchising, senza escludere spazi di sviluppo per modelli boutique ad alta personalizzazione.

Il fitness italiano è dunque a un punto di svolta: oltre 7.500 centri attivi, modelli di business in competizione e consumatori sempre più informati stanno ridefinendo l’offerta. La sfida, per tutti gli operatori, sarà coniugare sostenibilità economica, qualità dell’esperienza e innovazione, in un mercato destinato a diventare sempre più maturo e selettivo.